Il fondamentalismo islamico by Renzo Guolo

Il fondamentalismo islamico by Renzo Guolo

autore:Renzo Guolo [Guolo, Renzo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: eBook Laterza
ISBN: 9788858118214
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2014-11-30T23:00:00+00:00


La questione afghana

È però sulla questione afghana che si gioca in gran parte la vicenda attuale dell’islamismo pakistano. Per il Pakistan, il confinante Afghanistan riveste grande importanza strategica. Non solo l’etnia pashtun è dislocata di qua e di là del confine e gli avvenimenti che la riguardano oltre il Kyber Pass si riverberano automaticamente anche in Pakistan, ma Islamabad non intende lasciare cadere l’Afghanistan sotto l’influenza dei nemici iraniani, russi o magari indiani. Inoltre il great game, il grande gioco riapertosi, dopo il crollo dell’ex Unione Sovietica, per il controllo delle risorse dell’Asia centrale, obbliga il Pakistan, privo di fonti energetiche, ad agire per avere a Kabul un governo amico, che permetta il passaggio di pipelines sul suo territorio.

Dopo lo jihad contro i sovietici, il «paese dei monti» si è frammentato in enclave etniche e feudali che rendono impossibile la stabilità dell’area. Tra il 1992 e il 1996 la guerra civile tra mujaheddin trasforma l’Afghanistan in una polveriera incontrollabile. In questo contesto alcuni stati, confinanti o meno, compresi quelli nemici di Islamabad, giocano apertamente il loro gioco, appoggiando questa o quella fazione in un’area che il Pakistan considera appartenente alla propria sfera di interessi. Da qui l’esigenza di appoggiare una forza non ostile, capace di unificare il territorio sotto il proprio controllo.

Sarà la Bhutto, per contrapporsi alla politica dei militari, suoi avversari, e in particolare a quella dell’ISI, il potente servizio segreto che in Afghanistan sponsorizzava l’Hezb e-islami di Hekmatyar, a puntare sui Taleban del mullah Omar.

I Taleban sono di etnia pashtun e hanno forti legami etnici con la popolazione pashtun pakistana che vive nel Nord-Est, attorno alla provincia di Peshawar. Molti pashtun pakistani sono nell’esercito e nei servizi di sicurezza. La matrice deobandi di molti Taleban ne fa poi dei nemici acerrimi degli sciiti hazara e del loro protettore, l’Iran; oltre che dei russi «empi», che appoggiano tagiki e uzbeki. Quando Sharif, nel novembre 1996, tornerà al potere, i giochi saranno fatti e i Taleban saranno da tempo l’interlocutore afghano del Pakistan.

L’appoggio di Islamabad ai Taleban non è di carattere ideologico ma dovuto a ragioni geopolitiche. Le stesse che hanno portato i governi pakistani ad appoggiare il movimento islamista, di ispirazione deobandi, Harakat al Ansar, fondato nel 1993 e trasformatosi nel 1997 in Harakat al Mujaheddin, nel Kashmir. Con il sostegno dell’ISI, l’Harakat conduce nella regione indiana a maggioranza musulmana, da sempre rivendicata dal Pakistan, lo jihad contro l’odiato nemico hindù. Così come, sempre per ragioni interne, i governi pakistani hanno lasciato gli islamisti attaccare gli sciiti e le minoranze cristiane all’interno.

Alla fine del 1999 un nuovo colpo di stato militare porta al potere il generale Musharraf. Ma sarà la nuova guerra afghana, provocata dall’attentato alle Twin Towers, a ristrutturare nuovamente il campo islamista pakistano. Quando il governo Musharraf si schiera a favore dell’intervento americano in Afghanistan, le reazioni da parte dei partiti religiosi sono ostili. Musharraf dovrà reprimere con la forza, facendo decine di vittime, le violente manifestazioni anti-americane organizzate dai partiti religiosi, riuniti nel Consiglio di difesa dell’Afghanistan, che sostengono il regime Taleban.



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